Gli eterni decreti divini

"La storia dell’umanità si muove dentro un mirabile piano universale di salvezza e santità per noi imperscrutabile ma che si compie e si attua per la potenza di Dio”


Omelia di Don Leonardo M. Pompei, Seconda Domenica dopo Natale, 5 Gennaio 2020
Letture: Sir 24,1-4.8-12; Sal 147; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18

La seconda domenica dopo Natale, che quest’anno coincide anche con la viglia dell’Epifania, continua a portare i nostri cuori dentro l’evento e lo spirito che abbiamo celebrato, i cui effetti perdurano per questo tempo tanto suggestivo e carico di significati. Non sfuggirà all’attenzione dei fedeli che la liturgia ripropone l’ascolto dello splendido prologo del Vangelo di san Giovanni, che è risuonato in tutto l’orbe cattolico nelle sante Messe del giorno di Natale: un sempre rinnovato sguardo simultaneo al mistero dell’eterna generazione del Verbo, del suo essere l’artefice e il mediatore di tutta la creazione, del suo essersi fatto uomo per renderci, in Lui, figli di Dio, restituendoci la pienezza della grazia e facendoci il dono inestimabile della Verità.
L’epistola di questa domenica ci porta, a sua volta, nei misteri delle eterne elezioni, decisioni e decreti divini. Prima ancora di creare il mondo, Dio aveva già pensato ogni cosa in Cristo, anzi - come non mancò nel corso della storia della Chiesa di rilevare più di qualche autore - tutto ciò che è stato creato ha avuto come causa esemplare e finale l’umanità santissima di nostro Signore che, come perfettissimo microcosmo, conteneva in sé tutte le forme di creazione poste in essere da Dio culminanti nel capolavoro che è l’uomo. Tutti gli esseri umani sono stati da sempre pensati e nel tempo creati in Cristo con un unico e medesimo splendido fine: raggiungere la piena libertà dal peccato nell’immacolatezza e la perfezione dell’amore nella carità, divenendo in Lui figli adottivi, partecipi della natura divina mediante la Grazia sovrabbondante riversata in chiunque la accolga e non la respinga. San Paolo auspica, anzi afferma di pregare profondamente, perché i membri della Chiesa abbiano la grazia di comprendere quanto grandi siano i doni dell’Altissimo e “la speranza alla quale sono stati chiamati”, nonché quanto immensa e inimmaginabile sia la gloria e la beatitudine eterna che attende chi non si chiude e non spreca tesori tanto preziosi elargiti, gratuitamente e a piene mani, dalle benevolenza condiscendente dell’Altissimo.
La prima lettura ci riporta, infine, alla grande opera della creazione, attraverso la misteriosa figura “ipostatizzata” della Sapienza. Il passo odierno è stato, nel corso della storia, applicato e letto sia in chiave cristologica che mariologica e, purtroppo, per la delicatezza di alcuni suoi passaggi non ha mancato di essere (da alcuni, Ario di Alessandria in particolare) travisato per la propria rovina e, sciaguratamente, con danno di molti che ne seguirono le sottili empietà. La personificazione della Sapienza è una delle misteriose figure veterotestamentarie che, alla luce dell’incarnazione, possono essere considerate anzitutto come immagine di Cristo. Egli è la Sapienza eterna e increata, ossia il Logos divino, artefice della creazione e anche dell’elezione di tutti coloro che sarebbero stati annoverati nel popolo santo di Dio, dell’antica e della nuova alleanza. Qualche autore mariano, tuttavia, tra cui spicca il grande santo devotissimo alla Madonna Luigi Maria Grignion da Montfort - forte anche di quei passaggi che definiscono come “creata” questa arcana figura della Sapienza (termine che non può e non deve essere inteso in senso proprio e stretto quando si legge l’immagine in chiave cristologica, come fecero appunto gli eretici) - non esitò a identificare con Maria Santissima questa misteriosa “sapienza”, in quanto Ella, dopo Cristo, fu certamente la prima creatura pensata dalla Santissima Trinità e, oltre che sede e madre della Sapienza increata, è la creatura eletta per antonomasia, destinata a formare, radunare e raccogliere tutti gli eletti di Dio per condurli alla celeste assemblea dei santi di cui Ella è Regina.
Entrambe le letture sono possibili ed entrambe ci portano ancora al grande mistero che stiamo celebrando: Dio fatto uomo e lo strumento umano e attivo che Egli volle per realizzare questo mistero. Realizzeremo la divina volontà di diventare da umani molto divini tanto quanto useremo bene lo stesso “mezzo di trasformazione” volontariamente eletto dal Cielo per scendere tra noi, ossia Maria santissima ed una vera, santa e autentica devozione a Lei.

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