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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

La molteplice azione dello Spirito Santo nella Chiesa

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"I doni ordinari e straordinari che lo Spirito Santo ha dato alla Chiesa per lo svolgimento della sua missione. L'azione che Egli svolge nel cuore di ogni battezzato" Don Leonardo M. Pompei,  Solennità di Pentecoste, anno A Letture:  At 2,1-11; Sal 103; 1 Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23 Con il giorno di Pentecoste, il cui evento ci è presentato dall’odierna liturgia nella prima lettura, si compie definitivamente il “passaggio del testimone” dalla missione terrena di Cristo a quella della sua Chiesa, che altro non è (e deve essere) che il prolungamento storico di quella del suo Capo, Maestro e Signore. Dieci giorni trascorsero tra l’ultimo atto della vita terrena di Gesù e il primo atto pubblico ufficiale della Chiesa, investita e abilitata dallo Spirito Santo al compimento della sua missione, consegnatagli da Gesù in persona, di annunciare il suo Vangelo e portare la sua salvezza fino agli estremi confini della terra. Lo Spirito Santo si comunicò agli a

Gesù rimane sempre con noi

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"Come scendendo in terra non abbandonò la dimora della Santissima Trinità, così ascendendo in Cielo Gesù non ci ha abbandonato, ma vive sempre nel cuore di chi lo ama e nella sua Chiesa" Don Leonardo M. Pompei,  Solennità dell'Ascensione, anno A Letture: At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20 «Uomini di Galilea, perché fissate nel cielo lo sguardo? Come l’avete visto salire al cielo, così il Signore ritornerà». Con queste parole si conclude la prima lettura dell’odierna solennità dell’Ascensione e con esse si viene anche introdotti alla sua celebrazione tramite l’antifona d’ingresso. Oggi si celebra, infatti, al tempo stesso il termine della missione storica e temporale del Figlio di Dio, l’inizio della missione evangelizzatrice della Chiesa e l’attesa del ritorno di Gesù nella gloria, quando sarà messa la parola “fine” al corso della storia terrena ed il regno di Dio sarà definitivamente instaurato, con tutti gli eletti, nella celeste Gerusalemme.

Il Signore libera

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Benedetto sia Colui che ci libera dal peccato, unica causa di ogni male e ci dona la sua divina amicizia! “Con voce di giubilo date il grande annunzio, fatelo giungere ai confini del mondo: il Signore ha liberato il suo popolo. Alleluia”. La liturgia della sesta Domenica di Pasqua si apre con questa meravigliosa antifona di ingresso tolta da un versetto del profeta Isaia (Is 48,20). La Chiesa ancora continua, nella sua inestinguibile e giubilante gioia pasquale, a esprimere l’auspicio e il desiderio che il grande annunzio di liberazione dal peccato e da ogni male giunga fino ai confini del mondo e ogni uomo sia messo in condizione quanto meno di ascoltarlo. Le letture di oggi sono legate da questo sottile ma chiaro filo conduttore, di cui mostrano vari e differenziati livelli di attuazione. La prima lettura ci mostra l’apostolo Filippo nell’atto di predicare, suscitando numerose e grandi conversioni, grazie anche ai segni da lui compiuti nel nome del Signore Gesù, soprattutto

Io sono la Via, la Verità e la Vita

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"Gesù non è un optional, ma il fondamento e la base su cui costruire l’intero edificio dell'umana esistenza" Don Leonardo M. Pompei,  Quinta Domenica di Pasqua, anno A Letture:  At 6, 1-7; Sal 32; 1 Pt 2,4-9; Gv 14,1-12 “Io sono la via, la verità, la vita, dice il Signore: nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Queste parole, che sono il centro e il cuore del Vangelo di questa quinta Domenica di Pasqua, sono state scelte come versetto dell’alleluia del canto al Vangelo e ci immettono immediatamente nella bellissima prospettiva e nei divini orizzonti che esse aprono. Gesù è la via: seguire Lui, ossia imitarlo in tutto, agire secondo il suo santissimo esempio e ispirandosi in tutto ai suoi insegnamenti, ci dà la certezza che stiamo percorrendo la strada buona, stiamo facendo la cosa giusta, stiamo camminando verso un’autentica santità. Gesù è la verità: ogni sua parola, ogni minima sillaba del Vangelo è luce certissima e fonte indefettibile di

Felicità sovrabbondante

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Gesù è venuto a portare la vita vera e in misura sovrabbondante. Purché lo si accolga sinceramente come pastore e custode della propria anima Don Leonardo M. Pompei,  Quarta Domenica di Pasqua, anno A Letture:  At 2,14a.36-41 ; Sal 22; 1 Pt 2,20b-25; Gv 10,1-10 La quarta Domenica di Pasqua, detta anche del Buon Pastore, presenta una liturgia il cui centro è costituito dalla figura di Gesù, supremo “pastore e custode delle nostre anime” (seconda lettura), dalla cui emblematica e paradigmatica autorità e autorevolezza può e deve discendere ogni criterio di azione e comportamento per coloro che sulla terra ne continuano e proseguono, con l’autorità da Lui stesso conferita, il ministero pastorale. L’odierna liturgia mostra, al riguardo, un ampio squarcio della predicazione e dell’attività pastorale del primo vicario di Cristo in terra che ha avuto storicamente il compito di iniziare a perpetuarne l’opera e le funzioni. Gesù è colui che è venuto sulla terra “per