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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice

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"La santa Messa e la santa comunione sono luoghi privilegiati e insostituibili per incontrare Gesù risorto” Omelia di Don Leonardo M. Pompei,  Terza Domenica di Pasqua, anno A Letture:  At 2,14a.22-33 ; Sal 15; 1 Pt 1,17-21; Lc 24,13-35 “Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita”. Questo versetto, tolto dal salmo responsoriale di questa domenica (il meraviglioso salmo 15) offre un’ottima sintesi del messaggio della terza domenica di Pasqua, in parte formato dalle esortazioni di san Pietro apostolo (prima e seconda lettura) ed in parte dal meraviglioso e focale episodio dell’apparizione di Gesù ai discepoli di Emmaus. La prima lettura ci presenta il primo annuncio pubblico di Gesù risorto dato da san Pietro poco dopo l’evento della Pentecoste. In esso egli applica tipologicamente il salmo 15 ed alcune sue espressioni al mistero della morte e risurrezione di Gesù. In particolare il fatto che il corpo di nostro Signore, pur essen

Confidare nella Divina Misericordia senza abusarne

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"La santa fierezza di essere battezzati e la ferma speranza di poter essere sempre perdonati" Omelia di Don Leonardo M. Pompei,  Domenica in albis (festa della Divina Misericordia), anno A Letture:  At 2,42-47; Sal 117; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31 La grande gioia pasquale della Chiesa, sgorgata dallo stupendo evento della tomba vuota, viene - come accade nelle più grandi solennità - prolungata lungo il corso di otto giorni. Il numero “8”, infatti, è il numero che simboleggia la risurrezione del Signore, essendo composto dalla sovrapposizione di due cerchi, simbolo di infinito, oppure dal simbolo stesso dell’infinito posto in verticale. Le ottave della Chiesa (quella di Pasqua e quella di Natale anzitutto, ma anche - sia pur oggi con minore risonanza liturgica rispetto al passato - quella di Pentecoste, quella del Corpus Domini , quella dell’Assunta) sono piccoli squarci di cielo, anticipazioni reali (anche se vissute nella fede e nella speranza) dei futuri ed

Le vie di Dio sono inimmaginabili

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"Le vie di Dio passano talora per sentieri oscuri e incomprensibili. Ma c’è sempre il lieto fine" Omelia di Don Leonardo M. Pompei,  Pasqua di Risurrezione, anno A (Messa del giorno) Letture:  At 10, 34a. 37-43; Sal 117; 1Cor 5, 6b-8; Gv 20,19-31 “Sono risorto, sono sempre con te; tu hai posto su di me la tua mano, è stupenda per me la tua saggezza. Alleluia”. Quest’anno la santa Pasqua cade in circostanze del tutto inusuali e inaspettate. Abbiamo vissuto una Quaresima di deserto quasi assoluto, di inibizione anche delle più elementari libertà costituzionali (quale quella di muoversi liberamente), a digiuno da celebrazioni e sacramenti (e tale “digiuno forzato” ha coinvolto anche le feste pasquali); abbiamo visto il Sommo Pontefice pregare in una piazza san Pietro deserta, bollettini quotidiani di decessi e contagi non molto dissimili da quelli di guerra, resse e file ai supermercati. In questo contesto sentirsi dire da Gesù, nell’antifona di ingresso o