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Visualizzazione dei post da luglio, 2020

Quanto è importante Dio per me?

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Cosa sono disposto a fare per conoscere meglio il Signore ed accogliere il dono inestimabile del suo Regno? Don Leonardo M. Pompei,  XVII Domenica del tempo ordinario, anno A Letture: 1 Re 3,5.7-12; Sal 118; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52 “O Padre, fonte di sapienza, che ci hai rivelato in Cristo il tesoro nascosto e la perla preziosa, concedi a noi il discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo il valore inestimabile del tuo regno, pronti ad ogni rinunzia per l’acquisto del tuo dono”. Queste parole dell’orazione colletta propria della diciassettesima domenica dell’anno A esprimono in maniera meravigliosa il messaggio focale dell’odierna liturgia della Parola, sintetizzabile in alcune semplici domande: “quanto vale per me il Regno di Dio? Quanto è importante per me conoscerlo? Cosa sono disposto a fare per entrare in esso?”.  La pagina evangelica di questa domenica contiene le ultime tre delle sette parabole sul regno di Dio riportate nel capitolo tredicesim

Dio può tutto ciò che vuole, ma non vuole tutto ciò che può

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Dio sa sempre quello che fa. Lasciamolo fare, senza osare mai giudicarlo Don Leonardo M. Pompei,  XVI Domenica del tempo ordinario, anno A Letture: Sap 12,13.16-19; Sal 85; Rm 8,26-27; Mt 13,24-43 “Dio può tutto ciò che vuole ma non vuole tutto ciò che può”. Queste parole sono la descrizione del grande e importantissimo messaggio che la liturgia di questa sedicesima domenica del tempo ordinario intende proporre ai fedeli, sullo sfondo del quale si trova il grande e annoso interrogativo dell’uomo: “da dove viene il male? E perché Dio, pur potendo, non lo impedisce?”. Lo splendido brano del libro della Sapienza inizia subito affermando che Dio non deve affatto difendersi dall’accusa di essere ingiusto, perché ciò che Egli fa è solo e soltanto “avere cura di tutte le cose”. Il male non è da Lui né voluto, né provocato, né benedetto, né avallato, né approvato, ma solo tollerato. Il male non ha tutto il potere distruttivo che vorrebbe sprigionare: Dio lo permette (tollerandolo) solo in pic

La potenza santificante della Parola di Dio

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Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore, perché io portavo il tuo nome, Signore, Dio degli eserciti Don Leonardo M. Pompei,  XV Domenica del tempo ordinario, anno A Letture:    Is 55,10-11; Sal 64; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23 “Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore, perché io portavo il tuo nome, Signore, Dio degli eserciti” (Ger 15,16). Questo splendido versetto tratto dal libro del profeta Geremia non fa parte della liturgia di questa quindicesima domenica del tempo ordinario dell’anno A, ma ne sintetizza mirabilmente e splendidamente il messaggio e il contenuto essenziale. Questa Domenica potremmo chiamarla “la Domenica della Parola di Dio”, anche in ricordo della domenica ad essa dedicata recentemente istituita dal regnante pontefice. La parola di Dio è e dovrebbe essere oggetto della nostra attenzione, direzione della nostra ric

Quel che tutti cercano e quasi nessuno trova...

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"Solo Gesù può dare pace e riposo a chi è affranto e sovraccaricato dai pesi e dagli affanni della vita" Don Leonardo M. Pompei,  XIV Domenica del tempo ordinario, anno A Letture: Zc 9, 9-10; Sal 144; Rm 8, 9. 11-13; Mt 11, 25-30 Una delle più grandi aspirazioni dell’uomo - di ogni uomo di ogni tempo e di ogni luogo - è certamente quella di trovare almeno un poco di pace. La pace interiore, la tranquillità e la serenità è qualcosa che sicuramente sono in moltissimi a cercare, ma quasi nessuno riesce a sapere dove siano. La liturgia di questa quattordicesima domenica del tempo ordinario culmina nella promessa di Gesù di “dare ristoro” - meglio ancora sarebbe tradurre dal greco “dare riposo” - a coloro che sono stanchi e “sovraccaricati” da tante preoccupazioni, da tante pene, da tanti pensieri e agitazioni di ogni sorta. In altre parole a chi sente di “non farcela proprio più”, è giunto al punto di esautorazione ed esasperazione ed è alla disperata ricerca di un aiuto.  Parad